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Perché il "patriarcato" è uno strumento del capitale
Da un po’ di tempo, sulla scia di certi fatti di cronaca nera, si assiste a un movimento di opinioni che vuole dipingere l’uomo (soprattutto quello europeo, caucasico e bianco) come soggetto tendenzialmente violento, meschino e possessivo nei confronti della donna. Una tendenza questa che viene impropriamente battezzata “pratriarcato”.
Impropriamente, perché il patriarcato è una struttura sociale di tipo famigliare nella quale il cosiddetto “patriarca” esercita la propria autorità sulla moglie, sui figli, sui nipoti, sulle nuore e persino sui pro-nipoti e le loro mogli. Ed è una struttura famigliare arcaica che, qui in Italia, è morta e sepolta da almeno cinquant’anni.
Nella generalità dei casi, il rapporto uomo-donna è un rapporto sano ed equilibrato (ben lontano dai fatti di cronaca nera), con la storia del patriarcato, il rapporto malato uomo-donna — l’eccezione appunto — diventa il caso generale dal quale trarre la regola secondo la quale l’uomo è intrinsecamente violento, e come tale necessita di essere (ri)educato. In altre parole, l’uomo deve femminilizzarsi.
Il dominio del capitale richiede la distruzione dei diritti sociali attraverso la demolizione della famigliare nucleare e dell’istituzione del matrimonio.
Uomini soli e demascolinizzati, insicuri, isterici e incapaci di relazionarsi con il sesso opposto, e per contro, donne sole, depresse, e anch’esse incapaci di relazionarsi con il sesso opposto, sono l’humus sociale ottimale per costruire una società distopica, nichilista, incline all’indifferenza e divisa davanti al dominio del capitale.
Una siffatta società finisce per impedire la coesione sociale e l’acquisizione della coscienza di classe (che passa anche attraverso la solidarietà tra i sessi), necessaria per combattere la prevaricazione del capitale sul lavoro.
Perché, come insegna la migliore strategia di guerra, per ottenere una vittoria, è necessario (tra le altre cose) conoscere i tuoi nemici e dividerli, amplificando i punti di discordia e rendendo ininfluenti i punti di contatto. Il capitalista lo ha capito perfettamente. Il proletario no, perché è impegnato a denunciare il patriarcato.